Sasso Marconi, 21/07/2020
Mi chiamo Romano Franceschelli, ho 84 anni, sono nato a Bologna e attualmente abito a Sasso Marconi.
Sono un metalmeccanico dall’età di 13 anni. Durante gli anni di lavoro ho frequentato la scuola di disegno meccanico per cui ho conseguito il diploma di disegnatore meccanico che mi ha permesso di continuare il mestiere di tornitore, fresatore e rettificatore metalmeccanico. All’età di 24 anni mi sono messo in proprio progettando e costruendo attrezzi per la meccanica, tuttora brevettati ed usati da FIAT e tanti altri.
La mia ditta, TECNOLOGIE FRB S.R.L. situata a Sasso Marconi e con 20 dipendenti, ora è dei miei figli Marco e Patrizia.
Io continuo a lavorare perché, da ben 27 anni, mi occupo di un progetto: la realizzazione di un dispositivo meccanico gravicentrifugo che sfrutti le forze gravitazionale e centrifuga contemporaneamente per produrre energia elettrica.
Trent'anni di ricerche, prove, alti e bassi e l'idea-invenzione dell'ingegner Romano Franceschelli, fondatore della 'Tecnologie FRB' di Borgonuovo, sta diventando una realtà: produzione di energia elettrica tramite un dispositivo gravi – centrifugo. L'innovazione consiste nell'utilizzare la forza gravitazionale e la forza centrifuga prodotta da una asta porta peso con un carico di 10 chilogrammi, per dare movimento a un carrello la cui corsa aziona un generatore. Dopo un primo impulso 'esterno' per avviare il meccanismo, il complesso è in grado, non solo di autoalimentarsi, ma di produrre una quantità di energia in eccesso, quindi da cedere per un altro utilizzo.
Trent'anni di cambiamenti, perfezionamenti, di modifiche al fine di arrivare alla struttura capace di dare il risultato voluto e reggere in modo adeguato alle notevoli forze fisiche dell'invenzione. L'alba del giorno tanto atteso da Franceschelli è arrivata: “Le ultime prove,” spiega l'inventore, “hanno dato un utile energetico pari allo 0.10 e cioè, alla spesa energetica dell'attrezzatura indicata come 1 si registra una produzione pari all'1.10. Ma l'obiettivo” sottolinea Franceschelli fiducioso, “è arrivare al raddoppio rispetto al consumo e cioè se consideriamo 1 l'energia di utilizzo, deve essere 2 quella prodotta. La strada su cui camminare è comunque tracciata”. Romano spiega poi che il punto su cui lavorare è il 'fine corsa del carrello' necessario per ripetere il tragitto generativo di energia. “Il consumo energetico nei 'due punti morti' è ancora troppo elevato, precisa Franceschelli che è tanto sicuro del risultato e delle possibilità di ottimizzare la sua macchina che ha avviato le pratiche per brevettare, oltre all'idea, come già fatto, l'invenzione. Sta ora valutando quali paesi indicare nei brevetti.
“Certo,” sdrammatizza Franceschelli, “lo Stato potrebbe anche darmi una mano. Non lasciarmi solo. Si parla tanto di sostenere la ricerca, ma poi chi ha l'idea e la voglia di spendersi per ciò in cui crede, è snobbato, trattato come un visionario e quindi ritenuto un approfittatore”. Precisa poi di essere in cerca di finanziatori per dare corpo alle ulteriori ricerche, necessarie per arrivare alla quantità voluta di energia prodotta. “C'è già un arabo interessato,” precisa Franceschelli, “ma a me piacerebbe che il risultato fosse europeo e ancor meglio italiano”.
Franceschelli ha poi il pieno appoggio dell'amico Mauro Regazzi, anch'egli imprenditore, il quale vede la proposta di assoluto interesse generale. “Un mini dispositivo potrebbe essere collocato a servizio di una abitazione e si potrebbe così avere energia in ogni situazione e superare i pericoli di black out”.